Post popolari in questo blog
"IL VALORE DEL SILENZIO" (Opuscolo)
IL VALORE DEL SILENZIO Con riferimenti al Cerchio Firenze 77 Queste brevi riflessioni sono consapevolezze personali cresciute nel mio vivere quotidiano attraverso il mio “conosci te stesso” e con l'aiuto degli insegnamenti dei Maestri del Cerchio Firenze 77 che ci parlano da una dimensione molto elevata e rivelano delle “verità” che da soli non avremmo mai potuto raggiun gere . Sono, quindi, come un mix tra la comprensione degli insegnamenti e il conoscere me stesso, e vanno a scardinare in profondità nell'animo umano senza fermarsi al semplice migliorare se stessi, ma anzi vanno “oltre” se stessi, in quella spiritualità non comune e anche poco accettata dai più. Iniziano con l'ascolto dentro di me in un vuoto pieno di ansia, frustrazione, preoccupazione che mi fa inizialmente allontanare dalla mia voce interiore, per poi, con il tempo, farmi consapevolizzare fino a non sentire più quel vuoto come un'oppressione, ma anzi, comprendere l'
L'abbondanza
Nel mio blog, ho descritto l'abbondanza come “ la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno” , quindi, secondo me, non è cercarla all'esterno di noi, ma trovarla al nostro interno, rendersene consapevoli che è già in noi tanto da poterla espandere all'esterno. Invece molto spesso l'idea che abbiamo di essa è di avere abbondanza di soldi e vivere liberi e felici. Pensiamoci un attimo: chi è in noi che ci fa desiderare un'abbondanza economica? Non certo la consapevolezza di essere già ricchi interiormente, anzi denota propria una “mancanza” che sentiamo in noi. Pensiamo che avere un bel conto in banca, un buono stipendio o pensione e una casa tutta nostra sia abbondanza; si che lo è, ma se noi dipendiamo da questo non è libertà, ma protezione, se questa proviene dalla paura di vivere non è libertà, perchè la paura comunque rimane, magari di perdere tutto e la paura non è libertà, ma chiusura e questa abbondanza è solo
La realtà del tuo essere (Video omaggio al Cerchio Firenze 77)
IL SENTIRE DI ESISTERE
(Premetto e tengo a precisare che quello che scrivo è frutto di mie interpretazioni e riflessioni, non hanno certo la pretesa di spiegare le parole dei Maestri del Cerchio Firenze 77). I Maestri ci dicono: "Non c'è un io che sente, ma c'è il sentire" , tuttavia per noi sentire di esistere vuol dire "io" che sento di esistere. In questi termini noi releghiamo il "Sentire" a una nostra semplice sensazione e la persona diventa più importante del Sentire stesso, ma sopratutto sentiamo la vita come "staccata" da noi per diventare un semplice oggetto: Io (soggetto) sento (verbo) l'esistenza (oggetto). Il "sentire" invece è l'essere, e la stessa frase diventa: "essere l'esistenza". Da qui si può capire che "essere" e "vita" si identificano nel "sentire di esistere", mentre con "io sento l'esistenza" c'è un soggetto che non si identifica con la vita, per cu
Commenti
Posta un commento