ESSERE VERITA'
Pochi giorni fa mi sono svegliato con questa convinzione: “NON PUOI CONOSCERE IL TUO VERO ESSERE, PUOI SOLO “ESSERLO””.
Poi ho pensato ai maestri del Cerchio Firenze '77 che dicevano: dove siamo noi, non si conosce una verità, la si "è", e pensavo ancora alla fusione dei sentire equipollenti. La conoscenza è duale, presuppone il conoscente e il conosciuto, il percepiente e il percepito, sono vibrazioni di diversa velocità o disequilibrate o di diversa limitazione, solo così c'è la conoscenza esterna o duale, ma la vera conoscenza è "essere" quella verità (i maestri dicevano anche che dall'esterno neanche Dio può conoscersi ).
Quindi io penso che la
conoscenza serva fino ad un certo punto, fino a quella porta, poi c'è
la fusione, ma questa fusione irrigidisce il nostro io che ha paura,
che la sente come una sua morte anche se non lo è, e si blocca,
cerca altre conoscenze, altra sapienza quando invece, giunti in quel
punto, ogni altra sapienza diventa una zavorra. In questo caso,
lasciare il già saputo è alleggerirsi, abbandonarsi alla fusione,
permettere che entri il divino in noi o la fusione.
La coscienza fa tesoro delle nostre esperienze e non le perderà mai, ma questo noi non lo sentiamo, perchè siamo abituati a conoscere in modo duale, tramite il confronto, il controllo dei propri miglioramenti e non vogliamo mollare questa presa di consapevolezza, anzi pensiamo che dobbiamo conoscere di più e continuiamo a voler controllare la propria coscienza, i propri progressi, non ci si sente mai pronti, ma la coscienza non la si può controllare, la si può solo "essere", perchè anche il controllo è dualità, presuppone uno che controlla e il controllato, perciò puoi solo fonderti in essa per continuare il cammino di verità, non più conoscerla in modo duale, dall'esterno.
Può
anche accadere, in questa nuova saggezza, che ci si trova in
una posizione molto comoda, molto soddisfacente, dove, per la nostra
evoluzione, siamo cercati dagli altri, ci sentiamo stimati e
apprezzati, molti sono richiesti per conferenze, sono conosciuti come
scrittori....insomma ci si sente su un piedistallo, o meglio sulla
cattedra del gran maestro e lì, anziché continuare nella nostra
verità, nella nostra unione col divino, ci si ferma, ci si rallenta
a questa nuova, bella e seducente situazione.
E'
quello che Adamus chiama “Makyo”.
E'
per questo motivo, che ad un certo punto, la stessa consapevolezza,
sapienza e il conosciuto devono essere abbandonati per il prossimo
passo che è "fusione", che è "essere quella verità".
Naturalmente
questa fusione sarà facilitata dall'amore, perchè proprio come
nella fisicità, l'unione, la fusione tra due elementi avviene
tramite l'amore. Se sono in conflitto dentro di me e di conseguenza
con l'altro o il mondo intero, non permetterò mai questa fusione,
anche se è il divino in me, perchè solo l'amore, la pace, la
serenità interiore mi fa vedere il vero potenziale che è l'amore,
questa forza creatrice, che unisce e crea proprio come nella
fisicità, questa energia universale, potenziale immenso dove
attingere tutte le proprie energie che sono ancora assopite dentro di
noi.
Questo
amore e leggerezza dalle proprie zavorre che la paura me le faceva
vedere come necessarie per la propria protezione, mentre invece si
sono poi rivelate come impedimenti per il mio prosieguo, faranno si
che questa fusione, questo “nuovo essere”, non sia più duale, ma
compatto, uno, pronto per proseguire nella coscienza dell'essere,
pronto per “essere verità” , per essere “Io sono”.
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