LA CHIUSURA DEL CERCHIO

martedì, 28 dicembre 2010
 
grani nel cerchio 
Rileggevo il bellissimo shoud di giugno in cui Tobias parla del diploma, ma anche del nostro non chiudere il cerchio del compimento e del nostro auto-sabotamento.

Guardando dentro di me, mi sono accorto che è come se dicessi:" Aspetta, devo prima sistemare alcune cose, poi vengo".
Ma quali "alcune cose"? Se per eoni ho aspettato questo momento, perchè ora targiverso?

Dentro di me, avvertivo l'esigenza di realizzarmi, di sentirmi affermato come uomo prima di poter chiudere il cerchio.
Volevo poter essere soddisfatto di me stesso, di aver compiuto almeno discretamente quello che mi prefiggevo nella vita.

Poi ho capito che tutto questo significava solo una cosa, e cioè la "mancanza d'amore e fiducia per me stesso", che io interpretavo nella mia vita come un dovermelo conquistare, diventando un bel soggetto o realizzando una passione ed affermarmi in essa.

E una volta raggiunto questo, allora forse, sentendomi più degno d'amore, ottenere più fiducia e amore per me.

Ma l'amore e la fiducia di sè, non fa parte del gioco dualistico che se sono felice mi amo, se non lo sono mi deprimo.
La vera maestrìa ed il vero creatore ama ed ha fiducia in se stesso indipendentemente dal gioco delle parti.

Non si giudica più e non ha paura di sbagliare, perchè comunque sia, lui si ama ed ha fiducia in se stesso nel "qui ed ora" e non ha bisogno di crearsi un futuro per conquistarsi l'amore per se stesso.

Annullando questo suo bisogno di amarsi in futuro (avendolo già in sè), vive con tutto il suo essere, e tutte le sue energie sono presenti nel "qui ed ora" e non più dislocate, proiettate in un futuro.

Questo è ciò che riflettevo in me!

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