COSCIENZA DI ESISTERE

martedì, 28 dicembre 2010
 
 
pineta altaC'è una frase di Kempis che non riuscivo a capire e nemmeno ad accettare,per cui mi riservavo di riuscire a comprenderla più in là.

 
Diceva:"DAL MONDO IN CUI VI PARLO, NESSUNO PUO' VEDERE CIO' CHE NON CREDE, MAI LA PROVA VIENE PRIMA DELLA CERTEZZA. LA REALTA' E' NELL'INTIMO DELL'ESSERE E SOLO LI' PUO' ESSERE SCOPERTA". ( dal libro “Per un mondo migliore” Cerchio Firenze '77- Ed. Mediterranee)
 
Mi dicevo,Kempis promuove la fede cieca? E come si fa prima a credere?

Poi,negli ultimi mesi, ho passato un brutto periodo,ogni cosa sembrava evolversi in negativo,dalle più grandi,alle più piccole. Mi sentivo il fantozzi della situazione, il puntaspilli di Dio,come dicono i Maestri.

Perchè ogni cosa mi doveva andare storto?

Poi pensavo, che se anche qualcuno mi avesse detto che la situazione sarebbe migliorata,non gli avrei creduto, se anche fosse venuto un guaritore,non avrebbe fatto effetto su di me,perchè non credo di meritarmelo,data anche la mancanza di fiducia in me stesso. (L'io,figlio della dualità,cresce sempre nel dualismo premio-punizione,dovute anche a culture passate e creando sensi di colpa,e se pensiamo di averli sepolti con la ragione,ci sbagliamo,sono ancora lì,nel profondo di noi).

Ad un certo punto mi venne in mente proprio la frase di Kempis:"NESSUNO PUO' VEDERE CIO' CHE NON CREDE", e così ho capito.
Si,si riferisce al mondo in cui ci parla,ma credo che ciò valga anche per noi.

Non potevo vedere la mia vita rosea e felice,semplicemente perchè io non ci credo.

La vita riflette quello che noi crediamo,perchè quel "credo" è la formazione della nostra attuale coscienza.

Questa mia attuale coscienza limitata,mi fa credere di non meritare amore o agio e in questo modo mi auto-punisco inconsciamente e proietto la mia vita in quel senso.

Quel "credo" è la vera radice di noi stessi.

E' quel "quid" della nostra coscienza che si è formata negli anni,diventando la nostra coscienza attuale. Questa coscienza va al di là del nostro "io".

Questa nostra coscienza si proietta esternamente,manifestando la nostra vita esteriore,e questa,di riflesso,ci riporta a comprendere la nostra coscienza.

Ma è sbagliato dire "nostra",perchè, in realtà, siamo noi stessi; noi "siamo" coscienza, non un io che "ha" la coscienza.

Dio "è" vita,non Uno che vive o che ha creato la vita,e la vita è una vita intelligente, cioè Coscienza.

Dio "è" Coscienza Assoluta!

E noi anche siamo coscienza,limitata ma coscienza,cioè coscienza di esistere.

E secondo il grado di coscienza che abbiamo,proiettiamo la nostra vita esteriore,ecco perchè noi non possiamo vedere ciò che non crediamo,perchè quello che "crediamo" è la nostra coscienza e quello che vediamo,non è altro che il suo riflesso,la sua manifestazione.

Non si tratta,quindi,di fede cieca,ma di pura consapevolezza.

E se noi siamo coscienza di esistere,perchè è il nostro vero essere,e se coscienza è vita,allora io non sono "uno che vive",ma sono la "stessa vita" .

Se noi riuscissimo a mutare la nostra consapevolezza (ma non si cambia con la semplice volontà o autosuggestione),smuoveremo altri fotogrammi volti nel senso della nostra mutazione.

Come se cambiassimo binario in cui le varianti fossero gli snodi,e,una volta intrapreso quello si va dritti fino al prossimo snodo.

Facile a dirsi! però chissà perchè mi sento ancora un fantozzi.

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