LO SCONOSCIUTO IN NOI
C'è
uno sconosciuto in noi che non affiora, forse perchè ne abbiamo
ancora paura e inconsciamente lo teniamo a distanza, non lo vogliamo
ancora conoscere. Eppure sappiamo che esso risolverebbe tutti i
nostri problemi.
Basiamo tutto su quello che già conosciamo di noi, le nostre fondamenta personali, la nostra personalità e ci è difficile capire che non sono tutto di noi stessi, ma al tempo stesso sappiamo che non possiamo affidarci al nostro solo conosciuto, altrimenti la nostra vita sarebbe monotona, sempre con lo stesso passo, con la stessa impronta.
Rivelati
nostro sconosciuto! Abbiamo paura ma siamo anche affascinati da te.
So
che chi ti allontana da noi siamo noi stessi, o meglio il concetto
che abbiamo di noi stessi, l'individualità che ci siamo costruiti
negli anni.
Ti
cerchiamo come un punto nascosto dentro di noi, invece sentiamo una
voragine, un abisso, un'immensità, un qualcosa di immenso non
identificabile e questo ci spaventa un po', ci da le vertigini.
Non sei qualcosa a cui aggrapparci, sei inafferrabile, ma al tempo stesso attaccato, appiccicato a noi come fossimo un solo corpo. E in questo è come se fossimo te, siamo così appiccicati che è come se fossimo te, perchè ogni cosa che fa uno automaticamente fa anche l'altro, ogni cosa che sente l'uno automaticamente sente anche l'altro.
Ma
l'uomo vive lo “sconosciuto”, l'ignoto, sempre con una certa
paura o diffidenza eppure sappiamo che noi siamo come la punta di un
iceberg che affiora in superficie mentre la parte più grande è
ancora sotto la superficie. Il nostro inconscio è enorme, la nostra
anima è immensa e per forza, in questa nostra vita per noi si rivela
come lo “sconosciuto” ed è proprio questa la nostra forza: che
non siamo finiti, ma immensi!
Invochiamo
la nostra divinità che è immensa e sconosciuta, però ne abbiamo
paura, perchè la nostra mente non ne ha ancora fatto esperienza.
Questo
“sconosciuto in noi” ci mette agitazione, un senso di vuoto e di
vertigini ogni volta che ne percepiamo la sua essenza, ci sentiamo
soffocare e lo teniamo a distanza.
Esso
si avvicina a noi con grande delicatezza, rispettando le nostre
paure, appare goccia dopo goccia come un distillato. Noi lo
invochiamo ma ne abbiamo paura. Come percepiamo un senso di vuoto, di
incapacità, come cioè sentiamo un mistero avanti a noi, un qualcosa
che la mente non conosce e non può controllare la allontaniamo
subito senza permettere di sentirla, di assaporarla, assaggiarla,
viverla.
Essa
è piena di consapevolezza se permettessimo di sentirla in noi, è la
nostra anima che vuole farsi strada in noi, che vuole unirsi benchè
già lo sia, ma noi non riusciamo ancora a percepirla perchè questa
innata e istintiva paura ce lo impedisce.
E
in questo vuoto poi, sorgono mille dubbi, iniziamo a pensare che
qualcosa non va, che abbiamo sbagliato qualcosa, che
non siamo capaci di niente, che non sappiamo cosa fare e nemmeno cosa
vogliamo e il giudizio ci tormenta.
Questo
ignoto è il nostro essere che non conosciamo ancora, ma siamo noi e
non possiamo avere paura di noi stessi.
Accettiamo
di non sapere tutto, accettiamo di non saper fare, accettiamo di non
conoscere tutto di noi, ma accettiamo anche di aver paura di
quello che ancora non conosciamo e soprattutto, non affibbiamoci
colpe per non sapere, non tormentiamoci di dubbi e giudizi per non
sapere come e cosa fare.
La
paura è il contrario dell'amore, possiamo vederla come il buio
contrapposto alla luce, che se c'è il buio non c'è luce e
viceversa, se c'è luce non c'è buio. In questo
contrasto mi domando: nel buio è importante accendere la luce o non
avere paura del buio?
Certo,
quando si accende la luce non si ha più paura del buio, ma forse non
avere paura del buio ti rende più forte.
Nella
paura non c'è amore, se ci fosse non sarebbe paura, sarebbe solo
l'idea della paura (parlo di paura mentale, non fisica), però in
questa paura io posso amare “me che ho paura”, ossia concentrare
l'attenzione non sulla paura ma su me stesso e se non riesco ad amare
la paura, riesco però ad amare “me che ho paura”, liberandomi
dei dubbi, giudizi che alimentano maggiormente questa paura,
accettando di non sapere e di avere paura.
In
questo io divento la medaglia dalle due facce, il giano bifronte che
unisce i due opposti, l'essere che contiene la dualità integrandola
e non più combattendola.
Amare
se stessi nell'ignoto, nella paura dell'ignoto, nella paura in sé,
amarsi senza più giudicarsi, avere dubbi, perchè ci accettiamo così
come siamo, con le nostre insicurezze, incertezze, con le nostre
paure...ecco che allora, queste stesse paure, questo stesso ignoto si
affievolisce, perchè le nostre energie non sono più volte alla
paura di non farcela, alla paura di non sapere, ma sono rivolte a noi
stessi, all'amore per noi stessi, all'amore che non possiamo dare
alla paura stessa, all'ignoto stesso, allo sconosciuto in noi, ma che
possiamo dare e rivolgere a noi che abbiamo paura, a noi che non
conosciamo ancora, a noi....che semplicemente ci accettiamo e ci
amiamo per quello che siamo, per quell'essere meraviglioso quale
siamo ma che ancora non ci crediamo di esserlo,
ma forse, se non ci crediamo di esserlo è proprio perchè dobbiamo
ampliare il nostro amore a quello che crediamo imperfetto,
incompleto, perchè ogni cosa possa essere amata, anche nella sua
imperfezione presunta o reale.
Rivolgiamo
l'attenzione non al fatto, all'accaduto in sé, non alla paura in
qualcosa, ma a noi stessi che abbiamo paura, concentriamoci in noi
stessi, al nostro sentire e senza giudizio, accogliamoci in questo
sentire, con delicatezza e rispetto per noi stessi diamoci calore,
affetto ed amore per quello che stiamo sentendo, come farebbe una
mamma al proprio bambino, al nostro bambino interiore, diamo affetto
e amore a “noi che abbiamo paura”, a “noi che non sappiamo”,
a “noi che pensiamo di essere sbagliati”.
Questo
significa accogliere lo Sconosciuto in noi, accettare cioè di non
sapere e accettare anche di avere paura per non sapere, per non
conoscere l'ignoto, per non sapere cosa ci capiterà, cosa ne sarà
di noi. Questo Sconosciuto
siamo noi stessi che ancora non ci conosciamo, è il nostro essere di
cui ne conosciamo solo una parte, una piccolissima parte e non
dobbiamo avere paura di noi stessi, perchè questo sconosciuto ha
grande rispetto e delicatezza di noi, delle nostre paure e corazze
interiori e non le vuole stravolgere ed entra in punta di piedi, con
dolcezza e delicatezza, con estremo amore, ma anche determinazione.
E
se non riusciamo ad amarlo come Lui ci ama, se ne abbiamo ancora
paura, non importa, iniziamo ad avvicinarci a Lui amando per primo
noi stessi, noi stessi che siamo Lui, amandoci nell'interezza e non
nella divisione.
Questo amore per noi unirà i due opposti che sono solo le due facce della stessa medaglia e quella medaglia siamo noi che entrambe le contiene e proprio per contenerle entrambe siamo “COMPLETI”, siamo Esseri completi. L'imperfezione che avvertiamo è per l'amore che non riusciamo a dare ad ogni faccia di noi, ad ogni sfaccettatura, ad ogni aspetto di noi. Conoscere i due opposti di noi ci rende completi, ma l'amore che diamo ad uno solo ci fa sentire incompleti, perchè solo l'amore unisce e completa, quell'amore che è forza creatrice, energia universale, spirito divino, alito di vita ed è anche quello Sconosciuto che è in noi, quello sconosciuto che siamo noi.
è bellissimo... un abbraccio...
RispondiElimina.:magiko:.
Pochi gg fa ho perso mia mamma.Oltre al dolore sono arrivati anche i problemi, problemi con un papà che non ha mai gestito la sua vita e che ora, nel panico,cerca di riempire la sua vita con la mia portandosi via la mia libertà.Sono iniziate le incomprensioni,le sfide, seguite dai sensi di colpa e dal "non sono all'altezza di.."
RispondiEliminaOggi mentre ero in macchina per venire al lavoro, ripensando alla chiaccherata appena fatta con mio padre...molto più amorevole delle precedenti, mi colpisce la scritta sul camion che ho davati, diceva:AMATI
..e ora leggo qs articolo!
"diamo affetto e amore a “noi che abbiamo paura”, a “noi che non sappiamo”, a “noi che pensiamo di essere sbagliati”.
Che dire....GRAZIE! ho alzato gli occhi al cielo e ho detto ai miei fratelli: SIETE MERAVIGLIOSI!
Tutto è perfetto.
Emanuela
Un abbraccio perche' la tua sofferenza e' la mia e la mia ora e' la tua, le lezioni piu' dure sono quelle che insegnano di piu' e ti fanno capire quanto sei amato e quanto ti ami.
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